A volte una persona del popolo che sta con i piedi per terra ed analizza le condizioni della realtà in cui vive, giorno per giorno, si chiede: chi governa non vede le brutture, lo sfruttamento ed il guadagno spropositato che le case farmaceutiche multinazionali accumulano soprattutto sulla pelle della povera gente?

Questa azione predatoria, infatti, non distingue tra ceti sociali e così alla fin fine i più colpiti risultano essere i pensionati, quelli non più abili e vessati da problemi di salute dovuti agli anni che passano. Solo i più fortunati possono sfuggire a questa incombente malasorte.

L’INAIL ogni giorno registra una media di 2-3 lavoratori morti per infortuni sul lavoro, il che significa che ogni anno muoiono sul posto di lavoro poco meno di mille lavoratori e questo tragico bilancio si rivela drammaticamente in continua crescita. Al conto, per di più, bisogna aggiungere anche migliaia di feriti e invalidi permanenti (con costi sociali esorbitanti).

La legge che disciplina la materia (D.Lgs. 81/2008), dunque, ha fallito clamorosamente l’obiettivo di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. Se la situazione peggiora visibilmente, invece di migliorare, ciò dimostra che il fallimento è TOTALE.

Faccio Sindacato ormai da oltre 50 anni, attualmente nella veste di Segretario provinciale della Confsal, e, se me lo si consente, vorrei dire “Sindacato” con la “S” maiuscola, come “Sociale”; il che significa spendersi per i diritti e le necessità delle persone, in primo luogo per quelle più deboli anzichè esser dediti, come d'uso soprattutto in Italia, al lecchinaggio dei potenti.

Sulla base di questo convincimento mi permetto di esprimere alcune “esternazioni” personali ma, ritengo, anche a nome delle tante persone che conosco e che sento quotidianamente e di quei cittadini “populisti” che non amano e non si fidano dei politici, e che, in misura crescente, giorno dopo giorno, manifestano una sempre più forte distanza e disgusto verso l’attuale autodefinita “classe dirigente”.

Le conflittualità sociali avevano raggiunto la loro massima intensità negli anni '70 quando i lavoratori per reclamare migliori condizioni contrattuali sono stati indotti a proclamare più ore di sciopero in Italia che in tutta Europa.

All'esito i sindacati, che avevano promosso le azioni di lotta, anche violente, hanno conquistato significativi traguardi per l'emancipazione dei lavoratori nel contesto sociale.

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