L’INAIL ogni giorno registra una media di 2-3 lavoratori morti per infortuni sul lavoro, il che significa che ogni anno muoiono sul posto di lavoro poco meno di mille lavoratori e questo tragico bilancio si rivela drammaticamente in continua crescita. Al conto, per di più, bisogna aggiungere anche migliaia di feriti e invalidi permanenti (con costi sociali esorbitanti).
La legge che disciplina la materia (D.Lgs. 81/2008), dunque, ha fallito clamorosamente l’obiettivo di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. Se la situazione peggiora visibilmente, invece di migliorare, ciò dimostra che il fallimento è TOTALE.
A fronte di tale fallimento qualcuno è convinto che basti proclamare uno sciopero di protesta (contro chi?) a disgrazia ormai avvenuta, ma è evidente che questo metodo di “fare scena a posteriori” serve solo a tacitare le coscienze, ma non è idoneo a migliorare la situazione.
Sul punto è opportuno che si sappia che la gestione di tutta l’attività per prevenire e sanare i danni degli infortuni sul lavoro, implica costi esorbitanti (milioni e milioni di euro) che ricadono sulle tasche dei cittadini i quali, per lo più, vengono tenuti all’oscuro di tale aspetto. I costi elefantiaci impliciti in ogni infortunio, infatti, comprendono la necessità di mantenere un apparato di verifica e “gestione” che non si rivela all’altezza del compito. Relativamente all’infortunistica, infatti, si devono attivare le seguenti istituzioni coinvolte a vario titolo nell’opera di prevenzione e salvaguardia della salute dei lavoratori:
- RLS (Rappresentanti Sindacali per la Sicurezza) che prevedono onerosi corsi d’aggiornamento, permessi retribuiti, la verifica periodica dell’efficienza degli strumenti operativi e di prevenzione ecc.;
- Ospedali e Case di cura che intervengono nell’immediato;
- Ispettorato e Medicina del Lavoro (monitorizzano la situazione);
- Forze dell’ordine, autorità giudiziali (indagano sulle responsabilità, sanzionano gli inadempienti e quantificano i risarcimenti con processi di lunga durata);
- INAIL (corrisponde le indennità, i vitalizi, le pensioni d’invalidità per tutta la vita ecc.);
Tutto questo apparato dovrebbe garantire risultati concreti di prevenzione e non solo cerimonie funebri a posteriori e statistiche di routine sui danni prodotti.
Non è più tollerabile che la situazione permanga immutata nel disinteresse generale dell’apparato delle Stato che continua a confidare incautamente su una legge chiaramente inadeguata che deve esser riqualificata: urge istituire un corpo efficiente di ispettori di controllo e urge aumentare in misura esponenziale l’effetto deterrente delle sanzioni, con congrui risparmi sui costi sociali.
Trieste, 2020 Il Segretario Provinciale Confsal
Filippo Caputo