FEDERAZIONI E SERVIZI
tra l’indifferenza della politica e la complicità del sindacato
Da anni ormai, ogniqualvolta scade un contratto di appalto nei servizi sia pubblici che privati, i committenti - speculando sulla loro posizione dominante - gestiscono il rinnovo al massimo ribasso applicando la logica del profitto in danno dei soci-lavoratori che sono i soggetti meno tutelati.
Tale fenomeno purtroppo è generalizzato ed infatti, in genere avviene che i responsabili della ditta appaltante trovano sempre il modo di togliere qualcosa ai dipendenti della cooperativa per dare di più ai propri dirigenti.
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C’erano una volta i sindacati
che si battevano per difendere i posti di lavoro (contro i poteri forti e le multinazionali);
che si scontravano con i governi per reclamate una politica sociale in favore dei più deboli;
che entravano in conflitto con le associazioni padronali per ridurne le pretese;
che proclamavano scioperi selvaggi per ottenere migliori condizioni di lavoro.
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Da tempo il sindacato assiste ad intollerabili sprechi di denaro pubblico. Uno di questi riguarda l’attività svolta da taluni funzionari della Provincia di Trieste preposti a gestire le conflittualità di lavoro, salvo il lodevole impegno della dott.ssa Stipcovich, che trova sempre il modo di offrire un’utile collaborazione a tutte le parti in causa.
In particolare, il sindacato Confsal denuncia il ruolo improduttivo di effetti utili del Comitato dei garanti che per legge dovrebbe applicare i principi di legalità. Per questo Comitato prestano servizio dirigenti e dipendenti che dovrebbero praticare una politica “attiva” del lavoro, secondo le istruzioni ministeriali.
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